Andate a vedere The Search. Ne uscirete migliori
C’ero stato da quelle parti. Le vie di Nazran, la capitale dell’Inguscezia, i villaggi della profonda Cecenia spazzati dal vento e immersi nel fango, le tante frontiere controllate da militari perennemente ubriachi, il sentimento di pericolo che ti accompagna a ogni passo… Vedendo le immagini di The Search, secondo capolavoro di Michel Hazanavicius (ebreo franco-lituano) dopo il peraltro diversissimo The Artist, mi tornano in mente le immagini impresse nella memoria dopo quel viaggio nella regione Ciscaucasica, da sempre teatro di guerre spaventosamente crudeli. Che hanno però sempre risvegliato i migliori istinti e i sentimenti più nobili nella meravigliosa gente caucasica.
Il film, con una crudezza a volte urtante, mostra le perversioni della seconda guerra di Cecenia, quella del 1999, voluta da Putin per dare un esempio di fermezza al calderone caucasico, attraversato da tendenze fondamentaliste islamiste. Le ben note pratiche d’intimidazione e crudeltà in vigore nell’esercito russo, rappresentate nella vicenda di un giovane, Kolia, trovatosi per caso nell’esercito in Cecenia per uno spinello di troppo, si mescolano con la vicenda della famiglia di Hadji e Raissa, genitori uccisi davanti a casa e conseguente dispersione dei figli, che si ritrovano per caso… La crudeltà in parallelo con l’abnegazione più totale, in cui sia il boia che i dispersi innocenti si ritrovano vittime di un sistema spaventoso.
L’Occidente non alza abbastanza la voce per condannare la violenza che continua a perpetrarsi nel Caucaso. Siccome non accadono più fatti eclatanti (come la carneficina alla Scuola n° 2 di Beslan, in cui perirono più di 300 bambini), della guerra che continua non se ne parla più. Del sanguinario presidente Kadyrov – che amava infierire sulle sue vittime con una ferocia disumana – se ne sente parlare solamente per gli inviti ben pagati rivolti ad attori quali Ornella Muti e Gérard Depardieu per presenziare alle sue feste… Ma gli attentati continuano, in Inguscezia, Cecenia, Cabardino-Balcaria, Daghestan… mentre la precarietà di vita di tanta parte delle popolazioni, soprattutto musulmane, non accenna a migliorare. Mentre i ceceni-cristiani (?!?) combattono in Ucraina contro Kiev e i ceceni-musulmani (?!?) combattono in Siria, Iraq e Libia nelle file dell’Isis. La regione ciscaucasica è un incubatore di mostri di guerra. Lo vogliamo capire?
Ma nel contempo la regione è anche incubatrice dei sentimenti più esaltanti, più nobili e più delicati che si possano immaginare. Questo non va mai dimenticato, quando si semplifica la geopolitica dicendo che il Caucaso è una regione di guerrafondai.